Barpello: programma di sensibilizzazione contro le mutilazioni genitali (MGF)

Barpello si trova in una zona arida e discosta della Contea di Baringo, a circa 500 km da Nairobi, popolata da alcune tribù, che vivono per lo più di agricoltura. Fra i Pokot persiste la pratica delle MGF, bandita ufficialmente in molti Paesi, come anche in Kenya, ma di fatto molte comunità la continuano in seg reto, con grossi rischi di infezioni. Nel praticare le mutilazioni genitali si ritiene di assicurare dei valori come la verginità della donna o la sua fertilità, il passaggio all’età adulta, o una condizione per sposarsi.

Sradicare la pratica delle MGF

Il progetto realizzato con il partner locale AVSI, si occupa del problema coinvolgendo le famiglie, che sono gli attori principali per un cambiamento. Sul posto la congregazione religiosa Incarnate Word Sister (IWS), che ha avviato un lavoro con 50 ragazze adolescenti a rischio con giornate di formazione di educazione sessuale e affettiva con una attenzione sui rischi della mutilazione femminile e delle problematiche legate alla gravidanza ad una giovane età.

ABBA ha finanziato anche la distribuzione di prodotti igienici, assorbenti, e biancheria intima, che la maggior parte delle famiglie non possono permettersi.
La condizione economica è strettamente legata ai matrimoni precoci forzati e di conseguenza anche alla pratica delle MGF, perciò parallelamente sono stati avviati corsi di formazione per l’avvio di piccole attività economiche per le donne.

Alla fine dell’anno, è stata organizzata una cerimonia di passaggio che sostituisce quella della mutilazione genitale. È stato un momento solenne e di festa: 50 ragazze, vestite con collane e bracciali tradizionali, hanno proclamato la promessa di diventare donne responsabili, rifiutando la pratica della mutilazione genitale e il matrimonio precoce e impegnandosi a proseguire gli studi. Durante la celebrazione c’è stata anche la partecipazione, inattesa, di ragazzi compagni di scuola delle ragazze e degli anziani del villaggio. Tra i presenti anche i rappresentanti istituzionali che hanno ricordato che la pratica della mutilazione genitale è vietata dalla legge, e hanno valorizzato il ruolo della donna nella società.

I fattori di successo di questo progetto che combina educazione e emancipazione economica delle donne, sono la presenza delle suore che si sono inserite nella comunità Pokot, apprendendo lingua e abitudini, conquistando la loro fiducia.
Un esempio significativo è quello di Lilian: originaria di Barpello, ha studiato presso la scuola dove insegnano le suore IWS, è stata sempre in contatto con loro e non ha subito la mutilazione genitale. Recentemente si è laureata in giornalismo (prima donna Pokot), e ha accompagnato le 50 ragazze alla cerimonia di passaggio. Lilian è diventata un modello di donna profondamente radicata nella tradizione Pokot e d’altra parte capace di giudicare e rifiutare pratiche negative, come MGF.

ABBA ha finanziato questo programma grazie al ricavato dell’iniziativa editoriale lanciata in autunno Effetto Nonna.